Penso che il merito della conservazione del Codice "De Arte Venandi cum Avibus" nella sua versione cosiddetta "corta", ma decisamente assai interessante sotto un profilo miniaturistico debba essere attribuito in via principale al Manfredi di Svevia, figlio di Federico II e Re di Sicilia.
(Da Wikipedia)
MANFREDI, re di Sicilia. - Nacque nel 1232,
figlio naturale dell'imperatore Federico II (e primo monarca con questo nome come
re di Sicilia); l'identificazione della madre con Bianca Lancia, figlia del Marchese Lancia, Signore del Piemonte meridionale è frutto di una tradizione posteriore, non
unanimemente accettata. Federico II, che aveva già avuto da lei la
figlia Costanza, la sposò, probabilmente nel 1248, legittimando così Manfredi. Ricevette un'educazione in teologia e filosofia. Nel febbraio 1248 sfuggì, con Federico
II, alla grave sconfitta di Vittoria, si dice proprio perchè in quel momento sia l'Imperatore che il figlio fossero a caccia.
Si narra che l'imperatore avesse avuto una particolare
predilezione fra tutti i suoi figli verso Manfredi ed Enzo, entrambi nati da relazioni extra-coniugali.
Federico II morì il 13 dicembre 1250 e lasciò a Manfredi il Principato di Taranto con altri feudi minori; gli affidò inoltre la luogotenenza in Italia , in particolare quella del Regno di Sicilia , finché non fosse giunto l'erede legittimo, il fratellastro di Manfredi, Corrado IVche in quel momento era impegnato in Germania.
A seguito di alcune ribellioni dei nobili locali Manfredi agì con energia per ristabilire
il dominio svevo e riuscì a ricondurre all'obbedienza varie città
ribelli, ma non Napoli.
Manfredi fu scomunicato nel luglio del 1254.
La posizione di Manfredi divenne più difficile in seguito
all'uccisione, da parte dei suoi uomini, di un barone protetto dalla
Curia pontificia. Manfredi, non ritenendosi sicuro di fronte al papa, si
recò in Puglia, a Lucera, ove si trovava la truppa della colonia saracena ivi stanziata da suo padre. Una volta assicuratasi la loro fedeltà, poté arruolare un ingente esercito e muovere guerra all'esercito pontificio, che sconfisse presso Foggia. Nel dicembre 1254 morì il Papa e il conflitto proseguì sotto il comando del suo successore Alessandro IV che pronunciò una nuova
scomunica nei confronti dello svevo.
Manfredi, che nel corso del 1257 sbaragliò l'esercito pontificio e domò le ribellioni interne, rimanendo
in saldo possesso del regno, mentre dalla Germania il giovanissimo
nipote Corradino gli conferiva ripetutamente i poteri vicariali.
Nel 1258 Manfredi salì sul trono del Regno di Sicilia ed egli fu incoronato il 10
agosto 1258 nella Cattedrale di Palermo. Tale elezione non venne riconosciuta dal Papa Alessandro IV che ritenne pertanto Manfredi un usurpatore. Fra il 1258 ed il 1260
la potenza di Manfredi, diventato ovunque capo della fazione
ghibellina, si estese in tutta Italia; la sua potenza fu
aumentata anche dal matrimonio della figlia Costanza con Pietro III d'Aragona.Eletto al soglio pontificio Urbano IV 1261,
questi scomunicò nuovamente Manfredi e cercò di assegnare il Regno di
Sicilia a un sovrano più influenzabile dal papato che fu individuto in Carlo I d'Angiò, fratello del Re Luigi IX di Francia che si buttò alla conquista del Regno di Sicilia che coronò con la vittoria alla Battaglia di Benevento del 1266 dove le milizie siciliane e saracene insieme alle tedesche difesero
strenuamente il loro re, mentre quelle italiane abbandonarono Manfredi,
che morì combattendo con disperato valore. Riconosciutone il corpo, fu
seppellito sul campo di battaglia sotto un mucchio di pietre da parte
degli stessi cavalieri francesi, che ne vollero così onorare il valore.
(al proposito si narra che la macchia scura presente sul Codice de Arte Venandi cum Avibus sia il sangue di Manfredi che durante la Battaglia di Benevento tenne il Codice nascosto sotto l'armatura e che macchiò quando fu colpito a morte)
Venendo al Codice, esso al primo foglio foglio rappresenta proprio Manfredi,inginocchiato di fronte a suo padre, entrambi con un falco in mano.
Qui di seguito le due figure: nella copia da me realizzata per il Codice del XXI Secolo.
A sinistra con abiti blu, Manfredi si inginocchia di fronte a suo padre, l'Imperatore Federico II. Il ritratto mostra un Manfredi ancora assai giovane, sebbene già addentro all'arte venatoria della falconeria;
Alla pagina X del Codice vi è un'altra rappresentazione di Manfredi, leggermente più adulto e già educato all'arte della falconeria, essendo capace di tenere in mano e fissare un falco perfettamente ammaestrato.
(In alto, un airone appena accennato nel Codice ma riprodotto nella copia del XXI Secolo)
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